Vinitaly 2025, oltre il vino. Le Donne del Vino: un’associazione impegnata tra formazione e editoria – intervista ad Anne Meglioli
Scritto da borsisti il 20/05/2025
Il Vinitaly è un evento che ospita numerose realtà, alcune già affermate e altre meno conosciute, ma non per questo meno interessanti. La redazione della “Scienza in Credenza” ha incontrato Le Donne del Vino, un’associazione di enologia al femminile con delegate regionali in tutta Italia. Il loro contributo all’evento internazionale, tramite l’intervento di Anne Meglioli , fondatrice della casa editrice ENO-ONE, si è focalizzato su un aspetto legato all’industria enogastronomica spesso sottovalutato: l’editoria.
Il percorso di Anne Meglioli si fonda da sempre sulla consapevolezza dell’importanza di una formazione continua ed è caratterizzato da un’appartenenza duplice: da un lato, la Francia, luogo in cui è nata e in cui ha conseguito la laurea; dall’altro, l’Italia, Paese in cui si è trasferita alla fine degli anni Ottanta e in cui continua a lavorare. Professionista dalle capacità poliedriche, Anne è traduttrice di materiale tecnico, interprete, guida enogastronomica, formatrice nel campo della degustazione e divulgatrice di vini e di formaggi. Ha inoltre ricoperto molteplici ruoli istituzionali, tra cui spicca quello di segretario generale della FIJEV, Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori del Vino e dei Distillati, ruolo che detiene dal 2011 e per il quale è stata recentemente rieletta.
Questa ricca esperienza l’ha condotta alla creazione di una casa editrice che potesse raccogliere, tradurre e diffondere testi tecnico-scientifici sul mondo enogastronomico, contribuendo ad aumentare la ricchezza del panorama italiano. Da qui nasce l’idea embrionale di Eno-One.
Siamo state incuriosite da questo binomio: editoria e vino. Come è nata la sua casa editrice Eno-One e qual è stata l’esperienza di questi anni?
È nata nel 2001 per una richiesta di un enologo francese che aveva bisogno della rilettura di un suo testo in italiano, e da qui sono nati circa 18 libri. Lo scopo di questa casa editrice è di trasmettere il sapere di uno, di quello che sa uno, e tradurlo, perché facciamo prevalentemente traduzione dall’inglese e dal francese, al mondo italiano. E quindi aprire, per chi ha interesse a leggere ovviamente, e vedere quali sono le esperienze fatte negli altri paesi. Non c’è da inventare l’acqua calda: c’è da andare a vedere come hanno fatto, perché hanno questo clone, questo clima e questo terreno, e vedere come hanno trovato queste soluzioni. E vedere se, in toto, qualcosa si può applicare al proprio vigneto, alla propria cantina. È uno scambio, bisogna scambiare. Non siamo nel nostro piccolo mondo, nella nostra cantina sottoterra, a fare il nostro vino. Facciamo parte di un mondo, che è quello del vino, che è un prodotto di piacere, da consumare con moderazione.
Le Donne del Vino si approcciano anche ai ragazzi nelle scuole. Cosa significa questo e cosa apporta?
Noi come Donne del Vino, siamo per la maggior parte produttrici. Io non faccio parte di questa categoria, ma di altre attività legate alla comunicazione. Sono però presenti anche ristoratrici e sommelier professioniste. Le Donne del Vino cercano di andare nelle scuole, dove incontriamo docenti e soprattutto responsabili degli istituti che sono disponibili ad accoglierci, perché noi veniamo a parlare del vino. Il prodotto non è un prodotto pericoloso, se uno non ne fa un consumo smodato. Aprire la curiosità di queste nuove generazioni a prodotti che magari non conoscono, perché a casa si beve sempre lo stesso vino o perché bevono altri prodotti. Il prodotto vino è come il prodotto gastronomico: c’è sempre qualcosa di nuovo da assaggiare, da annusare.
Dunque, parlare di formazione e vino è possibile, e questo è il monito dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino. Quest’ultima è attiva anche negli Istituti Alberghieri e Turistici dell’Emilia-Romagna, dove propone il progetto D-VINO. Il vino è cultura e, dunque, bisogna formare, mettere a contatto gli studenti con l’intera filiera produttiva: vigneti, cantine, ristorazione, enoteche, addetti alla comunicazione e al marketing, sommelier ed esperti del settore, con il fine di introdurre un metodo di apprendimento fondato sull’esperienza pratica. Tre sono le direttive dell’iniziativa: aumentare le prospettive di lavoro, migliorare la consapevolezza del consumo responsabile e accrescere le prospettive di sviluppo di distretti e imprese del vino. Perché i giovani possono trasformarsi in educatori e futuri professionisti del settore alberghiero e turistico.
A cura di Martina Moro e Carlotta Malafarina